Come leggere le etichette alimentari


Come leggere le etichette alimentari

Etichette alimenti: come leggerle

Acquistare prodotti sani è possibile, basta ignorare spot pubblicitari e imparare a leggere bene le etichette. Generalmente, più la lista ingredienti è precisa, chiara e composta da elementi naturali, più il prodotto è sano. I produttori sono obbligati a riportare sull’etichetta una serie di informazioni mentre alcune risultano facoltative. L’etichetta di un prodotto deve presentare obbligatoriamente le seguenti informazioni: denominazione di vendita (descrizione specifica del prodotto), elenco ingredienti, peso e quantità, termine minimo di conservazione o scadenza, ditta produttrice e luogo, lotto, modalità di conservazione e nelle sostanze alcoliche deve essere presente il titolo alcolimetrico. La denominazione di vendita rappresenta un elemento importante poiché permette di distinguere prodotti che a vista possono sembrare simili (es: riso o riso integrale). Il nome deve specificare lo stato del prodotto, come ad esempio se il prodotto è surgelato, affumicato, liofilizzato, concentrato o in polvere. Risulta un obbligo riportare in etichetta un eventuale trattamento mediante radiazioni ionizzanti con una delle seguenti diciture: irradiato o trattato con radiazioni ionizzanti.

Elenco ingredienti

In etichetta, ogni ingrediente è elencato in ordine decrescente di quantità. Al primo posto vi è quello presente in quantità maggiore fino ad arrivare agli ultimi che rappresentano la quantità minore (in genere gli additivi). Alcuni sono composti da un solo ingrediente come per esempio il riso o l’acqua.
Una buona abitudine è evitare i prodotti con lo zucchero presente in etichetta, soprattutto in prima battuta. Ma anche evitare i prodotti con una lista ingredienti lunghissima o con nomi incomprensibili perché sicuramente saranno additivi. Un’altra attenzione va prestata ai grassi presenti: vanno evitati gli alimenti che contengono grassi idrogenati, olio di semi vari, olio di palma, olio di colza: tutti oli ricchi di acidi grassi saturi.

Senza zucchero

Nei prodotti trovati negli scaffali dei supermercati e negozi alimentari, spesso troviamo la dicitura “senza zucchero”, ma questo non esclude la presenza di esso. Solitamente, quando si parla di zucchero di intende il saccarosio, ma bisogna fare attenzione se in etichetta sono presenti voci come sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio o maltosio o destrosio; perché se così fosse, l’alimento in questione contiene indirettamente lo zucchero. Diverso è se si acquistano gli alimenti dolcificati in modo naturale come ad esempio con succo d’uva o di mela: questi alimenti risultano decisamente più sani!

Additivi

Gli additivi alimentari sono sostanze aggiunte agli alimenti per prolungare la conservazione, modificare colore, gusto o consistenza. Non tutti risultano innocui se assunti regolarmente. Per questo è importante fare attenzione. Li troviamo spesso con un codice numerico preceduto dalla lettera E. La E indica che l’additivo è stato riconosciuto e permesso in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Mentre il numero che segue definisce la categoria:
da E100 a E199 coloranti;
da E200 a E299 conservanti;
da E300 a E322 antiossidanti;
da E325 a E385 correttori di acidità;
da E400 a E495 addensanti, emulsionanti e stabilizzanti.

Gli aromatizzanti invece sono additivi indicati con il nome generico aromi; anche se non vi è l’obbligo di specificare il tipo di aroma utilizzato, alcune aziende (in genere biologiche) lo fanno (es: aroma naturale d’oliva).

Additivi fanno male

La tossicità degli additivi alimentari, specialmente quelli di sintesi chimica, è uno degli argomenti più discussi. Se si pone una domanda sull’effettiva pericolosità di alcuni additivi, la risposta è sicuramente “dipende”. Nella maggior parte dei casi, infatti, il fattore determinante è la quantità.
L’UE ha stabilito una dose giornaliera massima per ogni additivo alimentare, ma non si pensa al fatto che c’è la possibilità di mangiare altri alimenti, a sua volta con additivi, aumentando così la quantità giornaliera ingerita. In caso di abuso, gli effetti collaterali più comuni sono generalmente emicrania, allergie, patologie intestinali (es: acidità di stomaco) o iperattività. L’effetto combinato e l’interazione con alcuni alimenti può aumentare il pericolo. Ad esempio, i nitriti e nitrati, legandosi con le ammine durante le lavorazioni delle carni o nell’intestino umano, possono dare le nitrosammine, sostanze giudicate cancerogene dall’International Agency for the Reasearch on Cancer (IARC).

Additivi non tossici

In linea generale è consigliato evitare prodotti contenenti additivi o piuttosto scegliere prodotti con additivi non nocivi come ad esempio acido sorbico (E200), Tocofenolo naturale (E306 o Vitamina E), lattato di sodio (E25), lattato di potassio (E26), lattato di calcio (E327), acido citrico, potassium tartrate, sodium potassium tartrate, farina di semi di carrube, farina di semi di guar.

Additivi da evitare

Tra gli additivi sconsigliati elenchiamo:
- Bromato di potassio (presenti in genere nel pane e cracker) è classificato dallo IARC come probabile cancerogeno;
- Idrossianisolo butilato o BHA, probabile cancerogeno, l’Unione Europea lo considera un distruttore endocrino pericoloso;
- Propil gallato, è un presunto distruttore endocrino e un cancerogeno;
- Diacetile (alternativa del burro nei popcorn per microonde), è associato a gravi malattie respiratorie;
- Fosfati, aumentano il rischio cardiovascolare.

Altri additivi ritenuti sospetti o da evitare, sono: aspartame, saccarina, oli vegetali bromurati, glutammato monosodico, sciroppo di fruttosio, parabeni, anidride solforosa, butilidrossianisolo E20 (BHA), solfito di sodio, olio vegetale parzialmente idrogenato e azodicarbonammide. Vi sarebbe una lunghissima lista di additivi, tra antiossidanti, coloranti ed agenti lievitanti da evitare, quelli elencati in precedenza sono i più comuni. Il consiglio rimane di acquistare prodotti con lista ingredienti composta da elementi naturali come ad esempio: farine integrali, olio di semi di girasole, succo di mela o uva, sciroppo di riso, farina di mais, miele, malto di cereali, olio di sesamo, olio extravergine d’oliva, orzo o agenti lievitanti comr carbonati di ammonio o carbonati di sodio.

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